Teatro

Ficarra e Picone:noi nati stanchi tra i paradossi della vita

Ficarra e Picone:noi nati stanchi tra i paradossi della vita

La panchina che li ha resi famosi a Zelig è andata per il momento in soffitto, però in scena non mancano mai due sedie o in alternativa un divano quasi a sottolineare una continuità di discorso con i “nati stanchi” i due nullafacenti palermitani partiti dalla Sicilia alla conquista delle platee di tutto il Paese.
Ficarra & Picone sono ritornati a Napoli, una specie di luogo del delitto visto che dieci anni fa ancora sconosciuti al pubblico televisivo, teatrale ed editoriale erano già consolidata presenza della scuderia Tunnel, il tempio della risata napoletana.  Salvo (Ficarra) e Valentino (Picone) hanno gremito per cinque giorni il teatro Diana al Vomero con il loro ultimo spettacolo “Sono cose che capitano”, nuovo testo di moderna comicità dove in maniera surreale e dissacrante raccontano tre fasi importanti della vita: la fine di un amore, la morte di un parente, la nascita di un figlio. Questa volta però gli eroi della “chiacchiera persa” da bar, fermi come sempre nelle loro comode posizioni, applicano il loro modo strampalato di ragionare a temi nuovi ed inesplorati. Prendono in giro il mondo insomma, ma prima di tutto prendono in giro se stessi come antidoto contro la serietà imperante.    Uno spettacolo dove finalmente si ride senza volgarità con battute incalzanti e una lunga striscia d'improvvisazione lontana anni luce da quei copioni obsoleti riproposti ormai in tutte le salse. Naturalmente non manca l"occhio strizzato a Zelig con scambi di battute tanto assurde da sembrare reali e l’ormai classica incursione nel mondo del calcio.

 

La vita e le sua evoluzione, anche se come spesso accade negli spettacoli del duo siciliano, la comicità lascia spazio alla riflessione attraverso il ricordo di “zio Pino” Puglisi, il sacerdote palermitano ucciso dalla mafia nel ’93 che cercò di salvare i tanti adolescenti già reclutati dalla malavita in nome della pace e della legalità. 
C’è sempre il suo ricordo che ci accompagna nei nostri spettacoli - affermano Ficarra&Picone ai nostri microfoni - e in quest’ultimo lavoro non poteva essere altrimenti. Lui ci ha insegnato che ci sono altre forme d’amore, differenti tipi di morte e tante rinascite diverse. Amava tutti senza nessuna distinzione, pensate che ha amato anche colui che una sera mentre rientrava a casa gli ha sparato alla nuca mortalmente” 

- Altro elemento sempre presente è il calcio… 
Inutile negarlo, la nostra città vive talmente intensamente il calcio che inevitabilmente ci portiamo dietro questa ossessione. Poi dopo tanti anni di serie B ora che il Palermo è nel massimo campionato non ci sembra vero di poter parlare e nello stesso tempo scherzare sul calcio che conta, i giocatori famosi, la Nazionale. Speriamo però che gli azzurri non faccino scherzi ai Mondiali…”.

- Attraverso cinema, teatro, libri e televisione raccontate la vostra spudorata sicilianità ma, anche Napoli rappresenta un riferimento importante quando siete in fase di “costruzione” 
Napoli è la città di Totò e Troisi due artisti di livello mondiale che - ribattono Ficarra & Picone - amiamo in maniera assoluta già da prima di fare questo lavoro. Massimo in particolare ha rappresentato uno dei lutti più gravi dello spettacolo. E’ stato un grande, sarebbe diventato il migliore in assoluto. Parliamo per ore dei suoi film con chiunque incontriamo”. 

- Ragazzi il successo arrivato a Zelig, tempio della comicità del Nord. E’ stato difficile sfondare per due meridionali?  
Nessun problema, anche perché Milano non esiste! E’ una città sorta per far dormire i meridionali che prima vivevano nelle praterie. Milano è una città del meridione, i milanesi non esistono, mai conosciuto uno! Comunque a Zelig ci troviamo benissimo da sempre, a prescindere dal programma TV, noi lo frequentiamo da tanti anni prima come teatro. Poi è un teatro che fa solo comicità, per cui un pò tutti i comici si sentono a casa.”  

 - Progetti per il futuro?  
Sicuramente il teatro con un nuovo spettacolo che speriamo di completare il prima possibile. Per quanto riguarda cinema ed editoria aspettiamo che arrivi l’idea giusta, l’intuizione vincente senza fare cose giusto a titolo di cronaca. Un’intuizione alla “Nati Stanchi”, tanto per intenderci”.